SIAMO ORMAI PARTE INTEGRATA DELL’EUROPA La Direttiva Europea Case Green

La cosiddetta direttiva sulle case green, Energy performance of buildingsdirective (EPBD), è stata approvata dal Parlamento europeo lo scorso 12 marzo, ha ottenuto il via libera da parte dell’Ecofin il 12 aprile ed è stata pubblicata l’8 maggio sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE; il provvedimento è entrato in vigore il 28 maggio e da quel momento i Ventisette Stati Membri avranno 24 mesi (due anni) di tempo per recepirla e quindi adeguarsi alle norme stabilite dall’Unione europea volte ad avere entro il 2050 la neutralità climatica (cioè sistema immobiliare a emissioni zero).

La Direttiva, la n. 1275 del 24/04/2024, ha lo scopo di ridurre progressivamente le emissioni di gas ad effetto serra e i consumi energetici nell’edilizia entro il 2030, per arrivare, come detto sopra, alla neutralità climatica nel 2050; inoltre, abroga la precedente n. 31 del 2010 a decorrere dal 30 maggio 2026.

Il testo approvato ha obblighi meno stringenti rispetto alla versione originaria ed è il frutto del compromesso raggiunto tra i vari Stati Membri, i quali, nell’arco dei due anni, dovranno predisporre dei piani nazionali di rinnovamento degli edifici che abbiano come obiettivo le emissioni zero entro il 2050, con passaggi intermedi obbligatori.

L’obiettivo della direttiva è quello di promuovere il miglioramento della prestazione energetica degli edifici e la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra provenienti dagli edifici per ottenere un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050.

In base a quanto previsto dal provvedimento, in sintesi viene previsto:

1) Per gli edifici residenziali non di nuova costruzione, i Paesi Membri dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035;

2) Per gli edifici non residenziali, gli Stati Membri dovranno ristrutturare il 16% degli immobili con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi nazionali di prestazione energetica da rispettare per tutto il settore dell’edilizia.

Il 55% di tale riduzione dovrà conseguirsi tramite la ristrutturazione del 43% degli immobili con le prestazioni peggiori (questo perché nella Direttiva si legge che i 2/3 dell’energia consumata per il riscaldamento e raffrescamento degli edifici provengono ancora da combustibili fossili);

3) i nuovi edifici residenziali dovranno essere a zero emissioni dal 2030;

4) mentre i nuovi edifici non residenziali dovranno essere a zero emissioni dal 2028 con esenzioni quali gli edifici vincolati, le strutture religiose e quelle adibite alla difesa;

5) dal 2025 saranno vietati gli incentivi fiscali per caldaie che utilizzano combustibili fossili;
 
6) a produzione di acqua calda per uso domestico, che rientra tra le principali fonti di consumo energetico, dovrà essere considerata nelle ristrutturazioni edilizie a partire dal recupero del calore dagli scarichi di acqua calda;
 

La differenza forse più rilevante tra il testo approvato e i testi precedenti sta nel fatto che non ci sia più alcun riferimento alle classi energetiche dei singoli edifici, imponendo agli Stati membri una riduzione in % dei consumi di energia primaria complessiva ora utilizzata al 2030 e al 2035: scelta sicuramente più facile da attuare ma molto più difficile da controllare.

Dato importante: il testo approvato misura i suoi obiettivi a partire dal 2020, comprendendo quindi gli effetti positivi nel calcolo della riduzione dei consumi ottenuta con il super bonus 110%.